Molte donne che hanno vissuto l’esperienza di un aborto spontaneo, scelgono di aspettare del tempo prima di provare una nuova gravidanza, non soltanto per l’impatto psicologico della perdita di un figlio, ma anche per il timore che una gravidanza ravvicinata sia più pericolosa.
Secondo un ampio studio pubblicato di recente su Lancet, però, l’attesa non è necessaria: una nuova gravidanza entro un anno dalla precedente non comporta maggiori rischi per il feto, come morte uterina, nascita prematura o anomalie nello sviluppo al momento del parto. Il tempo che intercorre tra una gravidanza e un’altra non è infatti un fattore rilevante capace di influenzare l’esito della gestazione.
La conclusione arriva dall’analisi di più di 14mila gravidanze avvenute dopo un evento di morte uterina nel corso di 37 anni in Finlandia, Norvegia e Australia. Le donne coinvolte nella ricerca sono state divise in cinque gruppi in base all’intervallo di tempo trascorso tra l’episodio di morte in utero e la nuova gravidanza: meno di 6 mesi, da 6 a 11 mesi, dai 12 ai 23 mesi, dai 24 ai 59 mesi e oltre 59 mesi.
Ebbene, i ricercatori non hanno trovato alcuna associazione tra i casi di anomalie neonatali e l’intervallo di tempo trascorso dalla precedente gravidanza caratterizzata dalla morte fetale.