L’ incontinenza urinaria è un fastidioso disturbo che consta la perdita involontaria di urina. Le cause dell’incontinenza possono essere molteplici. Nelle donne, ad esempio, i cambiamenti fisici derivanti dalla gravidanza, dal parto e dalla menopausa o l’intervento di rimozione dell’utero (isterectomia) possono provocare la disfunzione. Una causa ancora più frequente è la cistite.
Spesso il soggetto, uomo o donna, che ne soffre è portato a pensare che si tratti di un problema passeggero dalla risoluzione spontanea o che sia una condizione “normale” legata all’avanzare dell’età con cui bisogna necessariamente imparare a convivere o che non esistano possibili terapie. Per tali motivi spesso si sottovaluta l’importanza di rivolgersi ad uno specialista.
Nel nostro Paese, infatti, 1 donna su 4 dopo la menopausa soffre di problemi uro-ginecologici ma solo il 20% si rivolge allo specialista. Nonostante la diffusione di queste patologie – che, con ansia, depressione, tendenza a isolarsi per il timore di improvvise fughe di urina e, per il prolasso, di perdite vaginali e sanguinamenti, incidono pesantemente sulla qualità di vita, sui rapporti sociali, sull’intesa di coppia e sulla sessualità – solo una minoranza, vincendo vergogna e imbarazzo, si rivolge al medico, mentre le altre si rassegnano ai pannoloni.
Ma solo grazie alla valutazione uro-ginecologica, all’esecuzione dell’esame delle urine, all’ecografia sia renale che vescicale ed i risultati scaturiti dall’eventuale effettuazione delle cosiddette prove urodinamiche, che consentono di avere il quadro della dinamica della minzione e della funzionalità dello sfintere vescicale, si avrà modo di formulare la diagnosi medica corretta e di poter quindi prescrivere la terapia specificatamente più idonea.