Lo scorso ottobre, durante il Congresso internazionale dell’Associazione Europea Banche del Latte Umano donato, organizzato dalla Neonatologia universitaria della Città della Salute di Torino, sono emersi i risultati di diversi studi portati avanti dalla collaborazione del gruppo del professor Enrico Bertino, direttore della Neonatologia universitaria della Città della Salute di Torino, e dei virologi diretti dal professor David Lembo, del Polo del San Luigi Gonzaga.
Virus emergenti
È stato scoperto che il latte materno, insieme a quello di Banca donato, difendono il neonato da virus pericolosi nel periodo perinatale (compreso tra la 29a settimana di gestazione e i primi 7-30 giorni di vita) e da altri virus emergenti in Italia, provocati da zanzare invasive come la Zika e Usutu.
Questi studi sono stati portati avanti nell’ultimo anno presso la Città della Salute di Torino e hanno trovato spazio anche in autorevoli riviste scientifiche internazionali, tra cui il Journal Pediatrics Gastroenterology Nutrition e il Pediatric Research. Due approfondimenti supplementari sull’attività antivirale del latte umano fresco e di Banca sono stati pubblicati su Frontiers in Pediatrics e Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology.
I risultati testimoniano quindi l’importanza del latte materno come alimento utile non solo per la nutrizione, ma anche e soprattutto per la protezione del neonato. Nei paesi con risorse limitate, il latte umano donato rappresenta la migliore alternativa, secondo le raccomandazioni dell’OMS, al punto da essere considerato alla pari di un farmaco salvavita.
Il Piemonte lancia la sfida
“La costruzione di un sistema integrato di Banche del latte a livello globale per poter fornire in sicurezza un alimento di qualità anche e soprattutto nei Paesi con risorse limitate, dove questo prezioso alimento può contribuire in maniera determinante alla sopravvivenza ed alla qualità di vita e di salute futura anche dei soggetti più fragili”, illustra l’ufficio stampa della Città della Salute in una nota.
Al Convegno hanno partecipato anche 35 paesi, tra i quali l’Etiopia, l’Uganda, il Myanmar, l’India, l’Ecuador, l’Iran e il Pakistan, interessati all’attivazione di servizi di donazione del latte umano al fine di ridurre le disuguaglianze con il resto del mondo.
“Attualmente – continua la nota – esistono in Europa 238 Banche del Latte Umano Donato, delle quali 37 sono in Italia, che insieme alla Francia ed alla Svezia, si colloca al primo posto in Europa. A Torino, presso l’ospedale Regina Margherita della Città della Salute, è attiva dal 1977 una delle più grandi Banche d’Europa che tratta ogni anno oltre 700 litri di latte. La distribuzione delle banche in Europa è tuttavia ancora disomogenea, ed anche in Italia si calcola che solo un terzo dei 5000 nati/anno con peso inferiore a 1500g possa disporre oggi di latte donato, con profonde differenze tra Nord, Centro e Sud. Come emergerà durante il Congresso ancor più disomogenea è la distribuzione delle 600 Banche esistenti attualmente nel mondo, con gravissime carenze in Africa, Medio Oriente, Europa dell’Est ed in alcuni Paesi del Sud America”.
La diffusione e il trasferimento di conoscenze scientifiche, tecnologiche e organizzative verso paesi a risorse limitate può rappresentare un investimento nei confronti della salute mondiale, utile a ridurre le disuguaglianze e aumentare la qualità della vita nelle zone più disagiate al mondo.
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