Sebbene il vaccino sia efficiente e sicuro, ancora la copertura vaccinale in Italia non raggiunge risultati soddisfacenti, fermandosi al 73-76% per il sesso femminile e al 60% per quello maschile.
In Italia, si registrano annualmente circa 46.000 nuove diagnosi di tumore alla cervice uterina: se non diagnosticato in tempo, difficilmente si riesce a guarire. L’HPV, più comunemente conosciuto con il nome di papilloma virus, è la causa primaria dell’insorgenza di tale malattia e può colpire anche altre zone del corpo, come l’ano e il pene.
Tuttavia, è possibile prevenire la formazione del virus tramite l’ausilio della vaccinazione contro l’HPV, la quale, secondo la comunità scientifica, riesce ad assicurare una copertura molto vicina al 100% e non presenta nessun effetto collaterale.
Il nostro Paese, però, sembra essere lontano dai risultati mondiali inerenti alla copertura vaccinale: solo il 73-76% per le femmine e il 60% per i maschi. Ma per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, sarebbe utile arrivare all’80%.
Sono questi i risultati evidenziati dal meeting internazionale all’IFO Regina Elena e San Gallicano, in memoria di Luciano Mariani, ginecologo e ricercatore, che è riuscito a far incontrare i maggiori esperti del settore a livello mondiale.
Il Direttore di Ginecologia Oncologica IRE, Enrico Vizza, afferma che “il vaccino è per tutte le giovani ragazze dai 12 anni di età, secondo programma di vaccinazione ministeriale, e per tutte le persone che desiderano farlo, fino ai 45-50 anni. Il vaccino, lo ribadiamo, è rivolto anche ai maschi: solo vaccinando donne e uomini si ottiene l’immunizzazione completa per tutti i tumori coinvolti dall’infezione.”
Inoltre, dal 2018 l’HPV test è subentrato al pap test, in quanto molto più efficace: in caso di negatività, è possibile prolungare l’intervallo di screening da tre a cinque anni. In particolare, sono le donne dopo i 30 anni che possono sottoporsi all’HPV test, in modo tale da poter determinare le situazioni a rischio e aiutare il medico a decidere se prolungare gli intervalli del pap test o fare dei controlli più frequenti.
Secondo Aldo Venuti, ricercatore virologo IRE e coordinatore dell’HPV UNIT IFO, “è oramai accertata l’efficacia del vaccino HPV nel prevenire i condilomi e le lesioni CIN, inoltre si tratta del vaccino più sicuro mai sintetizzato. I dati della vaccinazione HPV in Italia danno una copertura discreta per le femmine e assolutamente insufficiente per i maschi con differenze notevoli da Regione a Regione che impongono interventi mirati.” Inoltre, conclude dicendo che “l’obiettivo è arrivare al 95% della copertura vaccinale nei maschi e nelle femmine per eradicare definitivamente il papilloma virus in Italia, così come è già sta accadendo in Australia.”
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