Per vulvodinia si intende un disturbo caratterizzato da dolore e bruciore nell’area vulvare, sebbene non ci siano lesioni visibili.
È necessario distinguere due tipologie di vulvodinia: la prima, che caratterizza esclusivamente il vestibolo (ossia la parte che si trova tra l’ingresso vaginale e la zona interna delle piccole labbra) e prende il nome di vestibulodinia; la seconda, invece, interessa il clitoride e, in questo caso, si parla di clitoridodinia.
La vulvodinia si presenta, principalmente, a seguito di numerose infezioni da candida o successivamente a traumi fisici (biopsia, episiotomia, elettrocauterizzazione); ma anche dopo rapporti sessuali non desiderati, per una non corretta lubrificazione vaginale o per traumi psicologici di varia natura.
Tuttavia, anche stili comportamentali non corretti potrebbero essere causa dell’insorgenza della vulvodinia. Tra questi, è possibile menzionare intimo o pantaloni eccessivamente aderenti; attività sportive come cyclette, bicicletta o equitazione, in quanto microtraumatizzanti; l’uso immoderato di detergenti intimi; ma anche farmaci a uso topico, che hanno la funzione di alleviare il bruciore (come pomate lenitive, lubrificanti vaginali e medicinali cortisonici).
Il meccanismo che determina la formazione di un dolore o bruciore cronico è l’iperattività dei mastociti, nonché delle cellule che sono responsabili della difesa immunitaria e che si occupano di controllare le reazioni allergiche e le infiammazioni acute. Nel momento in cui queste cellule vengono sollecitate, si genera una risposta immunitaria che determina la produzione di sostanze flogistiche, che provocano eritemi e irritazioni.
Il dolore vulvare determina anche una reazione di difesa della zona colpita, che causa uno spasmo muscolare (ipertono del pavimento pelvico) persistente. L’ipertono può essere precedente alla vulvodinia (come succede in caso di vaginismo) o può essere indotto dalla dispareunia connessa al disturbo.
Tra i sintomi principali della vulvodinia, bisogna menzionare:
– Dolore o bruciore vulvare;
– Intorpidimento e gonfiore;
– Sensazione di dolore in caso di penetrazione vaginale;
–Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali);
– Presenza di sintomi caratteristici di un’infezione (come la vaginite o la cistite), sebbene il tampone e l’urinocoltura risultino negativi;
– Difficoltà nella deambulazione o nello stare seduti, a seguito della presenza dell’irritazione;
– Fatica e bruciore nella minzione;
– Presenza di questi sintomi per un periodo maggiore dei tre mesi.
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