La placenta previa è una condizione che prevede lo sviluppo della placenta in prossimità della cervice.
La placenta previa è particolarmente pericolosa sia per la salute della donna in gravidanza, sia per il feto. Infatti, insieme al distacco della placenta, rappresenta una delle responsabili dell’emorragia antepartum, nonché una delle principali cause di morte fetale e materna.
Questa condizione si presenta, solitamente, attraverso perdite ematiche vaginali di colore rosso vivo, a partire dalla ventesima settimana di gestazione.
La placenta previa si verifica con un’incidenza di 1 su 250 parti e, nel caso in cui dovesse essere diagnosticata nelle prime fasi della gravidanza, può essere risolta entro la ventottesima settimana, a seguito dell’ingrandimento dell’utero.
I motivi per cui questo avvenimento può accedere, sono i seguenti:
-Precedenti parti cesarei;
-Anomalie uterine;
-Multiparità;
-Fumo;
-Gravidanze plurime;
-Età avanzata della madre;
-Interventi chirurgici all’utero.
I rischi più comuni della placenta previa per le donne in gravidanza sono:
-Il prematuro sfaldamento delle membrane;
-Metrorragie;
-Il ritardo nello sviluppo del feto;
-I vasa previa;
-L’inserimento velamentoso del cordone ombelicale.
Inoltre, nel caso di donne con precedenti esperienze con il parto cesareo, è possibile che aumenti anche il rischio di placenta accreta.
Come precedentemente affermato, il sanguinamento è il primo segnale di placenta previa. Tuttavia, se le perdite ematiche dovessero comparire dopo la ventesima settima, è consigliabile non effettuare visita ostetrica, a meno che, attraverso l’ecografia, sia stata esclusa la possibilità di placenta previa.
Per questo, l’ecografia transvaginale è il primo passo sicuro e accurato, per poter diagnosticare la placenta previa. In ogni caso, nelle donne che presentano sintomi sospetti è raccomandabile il monitoraggio della frequenza cardiaca del feto.
Per quanto riguarda il trattamento, invece, si consiglia:
-Il riposo e l’ospedalizzazione, se il primo sanguinamento è avvenuto prima della trentaseiesima settimana;
-L’astinenza da rapporti sessuali, in quanto potrebbero determinare sanguinamento e dare inizio alle contrazioni.
-Il parto, se le condizioni della paziente e del bambino sono stabili;
-Il parto da 36 settimane/0 giorni a 37 settimane/6 giorni, se la paziente è stabile.
In generale, però, il parto è da effettuare in caso di:
-Sanguinamento massivo;
-Variabilità emodinamica materna;
-Monitoraggio fetale con risultati non soddisfacenti.
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