L’età media in cui in Italia si diventa genitori si è spostata decisamente in avanti. E questa non è certo una notizia. La notizia, quella che alcune coppie di trentenni apprendono con un certo stupore, è che concepire un figlio non è così immediato come questi credevano.
D’altronde, le difficoltà economiche e logistiche, la voglia di realizzarsi in una professione che inizia sempre più tardi e i matrimoni che, in media, si realizzano sempre dopo i 30 anni, fanno si che il concepimento arrivi in un età che non è più al massimo della fertilità. Ma ci sono i numeri per parlare di fenomeno?
Al momento non esiste un registro italiano della sterilità. Stime approssimative del fenomeno riportano però, una percentuale di coppie sterili piuttosto alto. Al 2015, l’assenza di concepimenti dopo 24 mesi di rapporti volutamente fecondanti interessava il 20.6% delle coppie. Parliamo di circa 60mila coppie che, ogni anno, non riescono a concepire in modo naturale. O non ci riescono affatto.
La fertilità è una condizione che è andata a diminuire anno dopo anno. La causa va riscontrata in diversi fattori: ambientali e quotidiani (stili di vita). parliamo di “interferenti endocrini”, ovvero micro molecole in grado di influenzare il sistema endocrino e quindi anche la riproduzione.
C’è da dire però che nel 78.6% dei casi la coppie non è sterile ma “ipofertile” o “subfertile” e cioè ha difficoltà a concepire ma non le è preclusa la possibilità di diventare genitori. In questi casi, soprattutto, è assai utile rivolgersi a uno specialista della fertilità. Una scelta ancora che viene vista come “meno ovvia” se consideriamo che solo il 42% delle coppie che provano invano ad aver figli richiede una consulenza.