Non sono poche le coppie che, quando decidono di avere un figlio, si accorgono che, nonostante ripetuti tentativi non riescono ad ottenere il risultato sperato. Dopo un anno di rapporti sessuali non protetti, se non si instaura alcuna gravidanza, diventa opportuno sottoporsi ad esami per indagare la fertilità.
Entra quindi in gioco il ginecologo che inizia a parlare di esami di fertilità. Ecco quali sono e quando vanno eseguiti.
Indicazioni sulla riserva ovarica. Sono i primi esami da eseguire, che devono dare indicazioni sul grado di fertilità che rimane alla donna. Bisogna quindi stabilire quante uova ci sono ancora nelle ovaie.
Prelievo del sangue al terzo giorno del ciclo mestruale. Sul campione si eseguono esami abbastanza comuni. Il primo indicatore analizzato è l’ormone follicolo-stimolante (FSH); più è alto il livello riscontrato, minori sono le riserve di fertilità. Si aggiunge poi il dosaggio dell’ormone anti mulleriano (AMH), che indica con più certezza il livello di riserva ovarica.
Funzionalità tiroidea. Se la tiroide non è ben regolata ci possono essere conseguenze negative sulla fertilità. Gli ormoni prodotti dalla tiroide servono per regolare l’impianto dell’embrione nell’utero e quindi alcune disfunzioni, oppure, in presenza di tiroiditi, possono sviluppare anticorpi specifici che interferiscono con la possibile instaurazione di una gravidanza.
Livelli di prolattina. Spesso risentono dello stress. Se sono troppo alti le probabilità che l’uovo giunga a maturazione diminuiscono. Possono anche impedire all’endometrio di prepararsi come dovrebbe all’installazione di un embrione.
Ormone luteinizzante (LH). Si misura con gli stick per l’analisi delle urine. Serve a capire quando avviene l’ovulazione, in quanto le concentrazioni di questo ormone nelle urine aumentano in questa fase, consentendo di programmare rapporti più mirati.
Accertamenti su utero, tube e muco. Si sommano alle analisi di sangue e urine e hanno lo scopo di escludere infezioni o problemi meccanici che possono ostacolare la gravidanza.
Infertilità maschile. Prima di passare ad una ricerca più approfondita, magari in centri specializzati, è importante valutare anche il livello di fertilità del partner maschile. La metà delle cause di infertilità è infatti dovuta all’uomo.