La placenta previa è una situazione in cui la placenta si inserisce nella parte bassa dell’utero, andando a coprire in parte o interamente l’orifizio uterino, una sorta di imbuto che conduce al collo dell’utero.
In condizioni normali, la placenta si impianta nella parte superiore della cavità uterina, ma in un caso su 200 circa può insediarsi appunto nella parte bassa. Il problema sta nel fatto che si tratta di una parte che si dilata durante il travaglio per consentire il passaggio del feto, e questo potrebbe provocare distacchi improvvisi della placenta, potenzialmente molto pericolosi per il bambino e per la mamma.
La placenta previa viene diagnosticata nel secondo trimestre verso la trentaduesima settimana. Infatti, tale condizione, difficilmente dà sintomi nei primi mesi di gravidanza, mentre verso la fine del secondo trimetre e per tutto il terzo trimestre può causare delle perdite di sangue.
Se la placenta resta inserita nella parte bassa dell’utero, misure preventive quali il riposo e la riduzione delle attività (incluse quelle sessuali) evitano il rischio di contrazioni uterine premature e di emorragie. Se si decide per un parto con taglio cesareo, lo si programma generalmente con 3 settimane di anticipo rispetto al termine naturale della gravidanza.