Il tumore alla cervice rientra tra le forme di cancro più diffuse nelle donne, anche se la situazione è molto diversa rispetto a quella di qualche anno fa.
Infatti, soprattutto nella zona occidentale del mondo, le pazienti affette da tale tumore sono in diminuzione, così come in diminuzione è anche il numero dei decessi. Ciò è dovuto, principalmente, al grande contributo del Pap-test, attraverso il quale è possibile effettuare precocemente una diagnosi sullo stato di salute della cervice uterina.
Per quanto riguarda l’Italia, ogni anno si contano circa 2.300 nuovi casi, prevalentemente nello stato iniziale, mentre a 1 donna su 10.000 viene diagnosticato il cancro in stadio avanzato. In quest’ultimo caso, la mortalità è davvero elevata: circa 430 donne muoiono a casa del tumore alla cervice.
Uno dei principali motivi per cui una paziente può essere affetta da tumore alla cervice è l’infezione da papilloma virus umano (HPV) che si trasmette attraverso i rapporti sessuali. Per questo motivo, è sempre consigliabile utilizzare il profilattico e sottoporsi alla vaccinazione, prevenendo l’insorgenza del cancro.
Esistono due tipologie di tumori alla cervice uterina, suddivisi in base al tipo di cellule da cui si originano: il carcinoma a cellule squamose (che interessa circa l’80% dei tumori alla cervice) e l’adenocarcinoma (che colpisce circa il 15% delle donne).
Nel primo caso, il cancro si forma dalle cellule che ricoprono la superficie dell’esocervice; nel secondo caso, invece, il tumore si origina dalle cellule ghiandolari dell’endocervice.
Ma quali sono i sintomi più frequenti del tumore alla cervice uterina? Solitamente, soprattutto nelle fasi iniziali, non si avvertono particolari sintomi, anzi, è per lo più asintomatico. Tuttavia, tra i segnali che potrebbero far insospettire la donna ci sono le perdite di sangue anomale, perdite vaginali senza sangue o dolore durante i rapporti sessuali.
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